martedì 29 gennaio 2013



Se mi avessero detto che in un giorno di gennaio con 1° fuori io con un vestito arancio primaverile mi sarei fatta fotografare nel mercato della frutta dei Navigli a Milano, avrei detto “siete matti?”.
E invece…

Oggi parto dalla fine! E quindi inizio col dirvi che quella che vedrete è solo una selezione di foto, le (tantissime) altre potete vederle sulla nostra pagina facebook. Ho dovuto, purtroppo, fare una selezione da presentarvi.
Comunque, la cosa più bella è che io non avevo freddo! Ero felice. I colombiani mi guardavano infreddoliti per me e io ridevo di gusto, mi sparavo le pose e pensavo che quando fai qualcosa che ti appassiona non esiste il vento, non esiste la stanchezza, ci sei tu con mille idee.

Quando ho ricevuto questo foulard da Pitsart ho pensato subito che era il mio oggetto. Mi apparteneva già da molto tempo. Frivolo, semiotico, con un messaggio così reale (legato alla tradizione, alla terra…), un sogno. Non potevo dedicargli semplicemente un post, volevo raccontare la sua storia e fargli parlare di se. 
Attraverso alcune mie immagini vi dico cos’è Pitsart e vi suggerisco 8 semplicissimi modi per indossare un foulard d’arte.





Pitsart nasce da una passeggiata per le vie di un borgo medievale. Nasce dalla fame improvvisa. Nasce assaporando un trancio di pizza margherita al volo. Nasce da un bisogno: mangiare, che però, per i creatori di Pitsart è prima di tutto un bisogno d’arte misto ad amore. 





Due professionalità si incrociano sullo sfondo routinario della crisi odierna che spaventa e abbruttisce anche i più ottimisti e un cielo plumbeo di una grigia giornata d’inverno.

Per realizzare questo chignon >>



Il vento gelido che avvolge il collo e la testa, l’inverno, la calda fragranza di pizza sono lo scenario che fa da sfondo alla meravigliosa idea di creare un brand. 
Lui, ingegnere minerario romano che, per amore di una donna, si è trasferito nella provincia umbra, e lei, scultrice e pittrice promettente che ha abbandonato tutto per dedicarsi ai figli, al marito e alla docenza. Lui ha la passione per la pizza e un forno a legna dal quale sforna sogni con la mozzarella filante, lei non ha mai smesso di fare e di pensare come un’esteta d’altri tempi, bisognosa d’arte e colore.


Per realizzare questa pettinatura >>

Con Pitsart i due concretizzano il sogno di fare pizze a livello planetario e di far indossare in tutto il mondo un trancio della Grande Arte.





I protagonisti della storia sono Maurizio e Caterina e il loro entusiasmo ha anche contagiato Alessia, Fabio e Tindaro che ora sono soci in questa avventura.
Insieme investono tante energie in idee e strategie per far conoscere il loro prodotto, anche loro con storie, belle e personali, da raccontare.
Pitsart “foulard d’arte” è l’espressione della loro libertà intellettuale e creativa. Un’arte che rafforza e condivide lo spirito italiano in tutto ciò che l’Italia rappresenta: moda, cultura, architettura e paesaggio. 




Può essere visibile e invisibile, ripiegato o disteso, bello o brutto, leggero o pesante; può essere per sempre, come per un momento.



Protegge dal freddo e dal caldo, può sfilare in passerella o dormire in un cassetto; può abitare dentro o fuori una borsetta, dentro o fuori il collo di una camicia.



Può essere sobrio o frivolo, fare ideologia, identificare lo status symbol di chi lo indossa. Può raccontare una storia o essere silente, coprire un volto o valorizzarlo, nascondere una testa calva e tenere a bada una testa calda.



Un foulard può essere grande o piccolo, maschio o femmina, sexy o sensuale; si rigira o si allunga sino a diventare come lo vuoi tu.
Pitsart è quello che vuoi tu e all’occorrenza diventa anche un sogno!

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